Le api stanno morendo: in Cina impollinano gli esseri umani [fotogallery]

Le api stanno morendo: in Cina impollinano gli esseri umani [fotogallery]

Molte specie di api selvatiche, farfalle e altre creature che impollinano le piante si stanno estinguendo, e il mondo ha bisogno di fare qualcosa al riguardo prima che la nostra disponibilità alimentare possa soffrirne, questo l’avvertimento di un nuovo rapporto delle Nazioni Unite.

 

Le circa 20.000 specie di impollinatori sono fondamentali per centinaia di miliardi di dollari di raccolti ogni anno, dalla frutta e verdura al caffè e cioccolato. Eppure, 2 specie di impollinatori invertebrati su 5, come le api e farfalle, rischiano l’estinzione, è scritto nel rapporto dell’ONU.

Stanno solo leggermente meglio gli impollinatori vertebrati, come colibrì e pipistrelli, 1 specie su 6, infatti, è a rischio.
“Siamo in un periodo di declino e ci saranno conseguenze”, ha detto l’autore del rapporto Simon Potts, direttore del Centro per la ricerca agro-ambientale presso l’Università di Reading, in Inghilterra.
Il fatto è che il rapporto ONU non è in grado di identificare un’unica causa. Tra i colpevoli: il modo in cui l’agricoltura è cambiata: così come si sta sviluppando non c’è abbastanza diversità di fiori selvatici che gli impollinatori possano utilizzare come alimento; l’uso di pesticidi, tra cui i neonicotinoidi, che attaccano il sistema nervoso degli insetti; perdita di habitat per l’urbanizzazione; malattie, parassiti e patogeni; e il riscaldamento globale.
Il rapporto è il risultato di più di due anni di lavoro da parte degli scienziati di tutto il mondo.

Si tratta di uno sforzo simile a quello che le Nazioni Unite hanno fatto contro il riscaldamento globale, mettendo insieme un rapporto enciclopedico da relazionare ai leader del mondo per fargli capire cosa sta succedendo e per dare loro opzioni su si può fare.
La relazione, che attinge da molti studi scientifici,  è stata approvata da un congresso di 124 nazioni riuniti a Kuala Lumpur, Venerdì scorso.
“La varietà e la molteplicità di minacce agli impollinatori mettono a rischio le produzioni di alimenti”, afferma il rapporto. “Questi rischi sono in gran parte dovuti da cambiamenti nella copertura del suolo e dai sistemi di gestione agricola, compreso l’uso di pesticidi.”
Ma questi sono problemi che possono essere risolti, e, a differenza del riscaldamento globale, le soluzioni non richiedono ai paesi di concordare azioni globali ma possono agire localmente, ha detto Robert Watson, uno dei maggiori esperti ecologi britannici e vice presidente del gruppo di esperti scientifici. Le soluzioni proposte per lo più riguardano il modo in cui si gestisce la terra e l’agricoltura.
“Ci sono soluzioni relativamente semplici da applicare e meccanismi relativamente poco costosi per invertire la tendenza per gli impollinatori autoctoni,” ha detto David Inouye della University of Maryland, un co-autore di un paio di capitoli del rapporto.
Uno dei maggiori problemi, in particolare negli Stati Uniti, è che grandi estensioni di terreni agricoli sono dedicati ad una sola coltura, e i fiori di campo stanno scomparendo, hanno detto Potts e altri.

In alcune zone della terra le api sono già scomparse.

Così nella contea cinese di Hanyuan, situata all’interno della provincia cinese di Sichuan, non ci sono più api. Quando arriva la stagione della fioritura, gli impollinatori salgono sugli alberi e fanno manualmente il lavoro che in natura viene svolto dalle api operose che ci regalano il miele.
La sparizione delle api non è casuale, ma dovuta a responsabilità umane: per anni nella contea di Hanyuan sono stati utilizzati pesticidi che hanno fatto scomparire le api impollinatrici. E così, ogni primavera, alla fioritura dei peri, i contadini si arrampicano sui rami e iniziano a impollinare i fiori a mano.

Le fotografie della gallery di apertura possono sembrare surreali, ma è quanto accade ormai da anni nella contea di Hanyuan che continua a descriversi come la “capitale mondiale del pero”. La redditività a lungo termine dell’impollinazione a mano è messa in discussione dall’aumento dei costi del lavoro e dal calo dei rendimenti della frutta.

La Cina non è il solo luogo in cui scompaiono gli impollinatori: sta succedendo in Inghilterra e negli Stati Uniti dove spariscono bombi e calabroni. Secondo Potts il numero degli alveari statunitensi è sceso dai 5,5 milioni del 1961 ai 2,5 milioni del 2012; secondo le ultime stime in possesso del ricercatore ora dovrebbero essere circa 2,7 milioni, la metà rispetto a mezzo secolo fa.

 

 

Articolo tratto da Phys.org e da ecoblog